Ignoranza o spam?


Ammetto che chi fa spam lo fa in modo professionale, ma ammetto anche che tantissime aziende fanno spam e non lo sanno o meglio/peggio, sono convinte che, inviare una email ad un indirizzo preso dal web, sia del tutto legittimo.

Questa convinzione deriva dal fatto che internet è considrata “libera” e, di conseguenza, i contenuti in essa reperibili sono di pubblico dominio e liberamente utilizzabili.

Una prova? L’altro giorno ho ricevuto una e-mail promozionale all’indirizzo del blog da parte di un’azienda che voleva pubblicizzare un sistema innovativo di viral marketing. Ho risposto che stavano commentendo un illecito e ho richiesto che l’indirizzo venisse cancellato. In risposta mi sono sentito dire:

“I suoi dati sono stati reperiti da Web che lei o chi le ha fatto il sito /blog ha inserito … o da suoi colleghi che l’hanno inserita nei loro contatti…Fino a prova contraria la rete è libera e sapere trovare informazioni non è un reato”

Questa risposta mi ha fatto capire che tante aziende non sanno quello che fanno. Ci sono tantissime pronunce del garante della privacy che negano in modo categorico affermazione come quella riportata dal responsabile aziendale di turno.

Giusto pochi giorni fa è stata pubblicato tra le news di agosto sul sito www.garanteprivacy.it un articolo intitolato “Nuovi interventi del Garante contro lo spamming” in cui, tra l’altro, si legge:

“Il Garante [doc. web n. 1424068], in seguito alla segnalazione di un utente che lamentava la ricezione di e-mail pubblicitarie indesiderate, ha vietato il trattamento dei dati ad un sito Internet che promuoveva libri. Chiamata a dar conto del proprio operato l’azienda dichiarava di utilizzare una mailing list per l’invio mensile di un messaggio “memo” relativo ai libri presentati sul sito e, ritenendolo lecito, inviava ai nuovi utenti, reperiti in rete, un messaggio pubblicitario, insieme alla richiesta del consenso.
Nel vietare il trattamento dei dati il Garante ha ribadito non si possono inviare e-mail per pubblicizzare un prodotto o un servizio senza aver prima ottenuto il consenso del destinatario, e che è necessario ottenerlo prima di effettuare qualunque uso dell’indirizzo di posta elettronica.”

Più chiaro di così…


5 risposte a “Ignoranza o spam?”

  1. Ciao Alessandro,

    ti pongo una domanda inerente alla all’assurda news del garante (io ritengo quella sulla privacy una legge assurda in questo mondo tecnologicamente privo di privacy): per assurdo, se io ho un db con 4000 iscritti (virtuali) per i quali dichiaro di avere ricevuto il consenso alla privacy (magari “tarroccando” i flag del db e inviandomi fake mail di conferma da, ad esempio, un internet point … cosa che potrebbe fare chiungue) quale sarebbe il rapporto impegno/costo/certezza della pena per un eventuale utente “leso nei suoi” diritti che intendesse perseguire chi ha “infranto i suoi diritti”?? Scusa l’assurdità proposta, ma il garante della privacy è l’apoteosi della figura inutile in italia e nel mondo … la proposta migliore antispam che ho finora letto è quella di bill gates di fare pagare un centesimo di euro ad invio (non costa niente a chi ha un traffico normale, costa milioni a chi fa lo spammer), va la che la smettono di inviare milioni di email al giorno ….
    Ciao
    Francesco
    NDR: ti ho aggiungto al network in linkedin vedi tu se accettare o meno

  2. Ciao Francesco,

    io non ho mai detto e mai lo dirò che la legge sulla privacy sia giusta e corretta, però è una legge esistente e come tale va rispettata.

    L’esempio che porti sulla falsificazione dei dati e delle autorizzazioni è perfettamente attuabile, come è perfettamente possibile evadere le tasse..ciò non toglie che chi lo fa commetta un reato..

    Per quanto riguarda la proposta dei francobolli digitali bisogna dire che è una proposta che circola da almeno 6 anni, ma che nessuno ha mai portato avanti, sarebbe da chiedersi perchè…

  3. il mio punto di vista è che la legge sulla privacy sia una legge che serve per violare la privacy, o meglio che “autorizza legalmente la violazione della mia vera privacy”.

    Faccio un esempio: una volta aprivi un conto in banca. Ti recavi dalla banca xy ti turno, davi i tuoi dati ecc… Se poi la banca dava i tuoi dati ad altri enti od aziende POTEVI COMUNQUE far valere le tue ragioni perchè i tuoi dati non possono essere venduti (segreto bancario dice niente?!).

    Oggi le cose sono radicalmente cambiate: sei OBBLIGATO per sopravvivere e per come è strutturata la nostra società ad avere un misero conto corrente e se vai in banca sei OBBLIGATO a sottoscrivere una clausula che dice più o meno così: “ciao pollo di turno… benvenuto a farti spennare… prima però di di succhiarti il sangue devi firmare una scartoffia… sai è per legge, è per tutelare LA TUA SICUREZZA, è per tutelare la tua PRAAAIVASII… ecco firma qui: noi possiamo dare i tuoi dati a chiunque ne faccia richiesta perchè SEI TU CHE CI AUTORIZZI a farlo”.

    Quindi la legge sulla privacy non solo viola la privacy ma addirittura non è aggirabile perchè è imposta per accedere ai servizi più comuni. Ma in tutto questo scenario chi ci guadagna e chi ci perde?! Semplicissimo: ci guadagnano le grande aziende strutturate (Telecom ecc…) perchè hanno accesso a tutti i vostri dati. Facciamo un esempio?!

    Poniamo il caso che domani mattina ci sia solo la compagnia telefonica Telecom e che non ci sia Mediaset o RAI. Nasce il digitale terrestre (altro settore diverso dalla telefonia ma in cui Telecom investe in diverse forme v. Alice che è una forma di digitale terrestre).

    Un gruppo di imprese italiane decide di fondare una compagnia televisiva (come ha fatto sport24, La7, Mediaset, Odeon, varie TV locali ecc) per proporre sto DT.

    Telecom non ha alcun problema ad inviare la documentazione informativo-pubblicitaria della sua compagnia denominata Alice/spa/srl ecc… perchè ha già i moduli privacy firmati per le utenze telefoniche.

    La società neo-cosituita invece avrà uno start-up più dispendioso perchè non può contattare direttamente il pubblico ma deve affidarsi a forme pubblicitarie più passive (giornali, radio, affissioni) che non rendono come il marketing diretto.

    Fateci caso: chiedete ad uno che ha un’azienda… chi è che chiama sempre in questa azienda per proporre delle offerte?! Le compagnie telefoniche!!! domandatevi perchè…

    Morale: la legge sulla privacy è una legge idiota ed inutile… anzi… controproducente a mio avviso.

    Io invece leggo anche lo spam: (elimino con disinvoltura però le solite centinaia di mail inutili in inglese senza preoccuparmi troppo e senza abbandonarmi a mediocri isterismi) dallo spam ho conosciuto anche persone fantastiche che mi hanno fatto fare dei buoni affari. Io stimo tutte le persone che si mettono in discussione e che mi offrono qualcosa.

    Se guardano il mio sito web e pensano che il loro prodotto e servizio possa servirmi sono ben lieto di leggere la loro pubblicità… questo è il mio approccio.

    Per lo spam che ricevo (mail anche singole ma che non hanno attinenza con il mio business) faccio semplicemente cancella. No problem.

    Quindi viva lo spam… quello sano e costruttivo che permette alle aziende di proporsi con mezzi gratuiti per vendere di più e snellire il marketing con azioni dirette (e a mio avviso poco invasive come la mail, lontane dalla mia percezione di “violazione della mia privacy”).

  4. Leggendo in internet non mi è chiaro se la direttiva del garante si applica analogamente al B2B. O meglio, leggendo sembra essere molto meno restrittiva.

    Es. se si vuole pubblicizzare un sito che offre alle aziende l’utilizzo gratuito di una serie di servizi, posso manadare la mail senza problemi.

    Grazie
    Enzo

  5. Bè che la tecnologia piano piano porti a un mondo privo di privacy lo credo anch’io….però la legge va comunque rispettata.. Pur contradditoria che sia, pone un limite comunque allo spam.

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